Swift: cosa è, a cosa serve e cosa succede con la sospensione del codice nelle banche russe

La misura, già pubblicata sulla Gazzetta ufficiale Ue, entrerà in vigore il 12 marzo. Quali conseguenze per clienti e imprese?

Schema Swift Cpl
09 marzo 2022
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La guerra si combatte sempre più con strumenti economici.
Come ha detto il ministro francese dell’Economia Le Maire, lo “
Swift è l’arma nucleare finanziaria”.

Una delle sanzioni alla Russia, che ha scatenato l'attacco all'Ucraina riportando in Europa l'incubo di una guerra mondiale, è infatti la sospensione delle banche russe dal sistema di pagamento Swift che impedirà loro di fare o ricevere pagamenti internazionali.

A oggi sono coinvolte 7 grandi banche russe: VTB (la seconda banca russa), Bank Otkritie, Novikombank, Promsvyazbank, Rossiya Bank, Sovcombank, Vneseheconombank (VEB).
Mancano dalla lista la prima banca russa, Sberbank, e la terza, Gazprombank. Quest’ultima, in particolare, è la banca attraverso cui passano i pagamenti per le forniture del gas.

La misura, già pubblicata sulla Gazzetta ufficiale Ue, è stata concordata con i partner del G7 ed entrerà in vigore il 12 marzo.

Swift è l'acronimo di una società cooperativa internazionale, la Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunitation, fondata nel 1973, con sede a Bruxelles e su cui supervisionano non solo la banca centrale belga ma anche la Federal Reserve e la Banca Centrale Europea.

La società
gestisce un metodo standardizzato e sicuro per effettuare pagamenti all’estero che coinvolge a oggi 11mila istituti bancari e finanziari di ben 200 Paesi diversi con oltre 40 milioni di messaggi scambiati ogni giorno.

In sostanza, il sistema Swift è una rete di messaggistica che consente alle banche di scambiarsi informazioni per via elettronica. Serve per fare bonifici e pagamenti verso l'estero o se si devono ricevere pagamenti dall'estero.


Lo si trova scritto nel contratto di conto corrente che abbiamo firmato con la banca, viene indicato negli estratti di conto corrente ed è evidenziato anche nell’area personale del proprio home banking.

Ci sono anche dei siti che aiutano a identificare il codice SWIFT o BIC come ad esempio
https://www2.swift.com/bsl/, ma se si ha difficoltà a recuperarlo è sempre meglio chiedere direttamente alla propria banca.

Lo Swift – chiamato anche BIC - è un codice alfanumerico come l'Iban ed è composto da 8 o 11 caratteri.


Le prime quattro lettere identificano la banca, le potremmo considerare le sue iniziali.

Le successive due lettere identificano il Paese in cui si trova la banca (IT per Italia).

Quindi ci sono due numeri o lettere che identificano la città in cui si trova la sede principale della banca, infine, gli ultimi tre numeri identificano la filiale in cui si trova il conto corrente del beneficiario.

Grazie al suo formato standardizzato,
evita di confondere banche situate in Paesi diversi e rende più semplici e veloci i pagamenti, riducendo il margine di errore.

Ogni banca viene identificata con un codice chiamato BIC (Bank Identifier Code) o appunto codice Swift.

E' quindi sufficiente sospendere il codice Swift di un individuo, di un’impresa o anche di un intero Paese per impedire a chiunque di effettuare pagamenti verso il beneficiario identificato da quel codice. Bloccati sono anche gli intermediari che, in violazione delle sanzioni, cercassero di fare transazioni con o per conto dei soggetti colpiti.

L'esclusione di un Paese dallo Swift ha inevitabili ripercussioni sugli Stati che hanno deciso questa sanzione: il blocco dei pagamenti in entrata e in uscita impone infatti un’interruzione generalizzata delle transazioni finanziarie.

Il rischio per le banche italiane, per le imprese e per i singoli individui è di non poter
ottenere il pagamento di crediti in atto con la Russia finché la sanzione sarà operativa.

Bonifici, addebiti diretti, assegni: tutti i sistemi di pagamenti vengono bloccati. E non c'è modo di aggirare questa sanzione.

Questo tipo di sanzioni a fini strategici era già stato utilizzato nel 2012 quando Swift escluse il sistema bancario dell’Iran (fino al 2016) per fermarne il programma nucleare.