Obiettivi ESG e merito creditizio: opportunità, sfide, prospettive

Quali parametri devono rispettare le diverse attività economiche per essere considerate “a basso impatto ambientale”? Quali attività economiche possono essere chiamate “sostenibili”?

02Nov2022 Articolotassinomia
04 novembre 2022
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Un’azienda che produce pannelli fotovoltaici è ambientalmente sostenibile? E una casa automobilistica? E un’azienda agricola o un cementificio o un cantiere edile? 

Quali parametri devono rispettare le diverse attività economiche per essere considerate “a basso impatto ambientale”? In estrema sintesi, quali attività economiche possono essere chiamate “sostenibili”?

Fino a qualche anno fa non esisteva una definizione univoca. Ora c'è e si chiama Tassonomia, una disciplina che si occupa della classificazione gerarchica di elementi viventi o inanimati.

Il 9 marzo 2020 è stato pubblicato il report finale sulla “tassonomia UE” delle attività economiche sostenibili che ha consideraro settanta tipologia di attività, dall’agricoltura alla produzione di energia, dall’ICT al comparto manifatturiero, dai trasporti alle costruzioni.

“La tassonomia”, spiega Sandra Martina Bassi, referente Corporate Finance e Finanza Strutturata di Cassa Padana, “è destinata a cambiare il rapporto fra banca e impresa.

E gli ESG (
environmental, social and governance), che sono criteri di valutazione dell'impegno di un'azienda secondo tre dimensioni – appunto ambientale, sociale e di governance – danno alle banche la misura di quanto essa sia sostenibile e responsabile.

In un'Italia bancocentrica, dove oltre un terzo dei debiti dimostrano che nel
2020, anche causa Covid, quasi metà delle imprese ha aumentato il proprio indebitamento bancario, è facile capire perché Bruxelles abbia individuato proprio nelle banche lo strumento per guidare questa rivoluzione e per orientare il sistema finanziario verso il raggiungimento di obiettivi di sostenibilità.

Come l’ha fatto? Prevedendo accantonamenti patrimoniali diversi a seconda di quanto una banca avrà crediti verso attività sostenibili ai fini della tassonomia.

A fianco del Cet1 che rappresenta l'indice di solidità,  le banche saranno valutate con un nuovo indicatore – il Gar, ovvero Green Asset Ration – che, sul totale dei crediti erogati, identifica il peso degli asset che finanziano attività sostenibili ai fini della tassonomia”.

Ogni linea di credito dovrà quindi essere definita se sostenibile, cioè allineata alla tassonomia. Ma la tassonomia non è immediatamente declinabile in tutte le attività di un prestito. Per questa ragione le banche si stanno organizzando per la raccolta dei dati dalle aziende.

“Diventa fondamentale per le aziende”, spiega Bassi, “essere in grado di fornire alle banche i dati richiesti. Dove risulteranno non disponibili, l’azienda subirà una penalizzazione in termine di rating

Si è molto parlato di tassinomia, finanza sostenibile, normativa europea in tema di sostenibilità al convegno "La sostenibilità nella strategia delle imprese" che Cassa Padana e Giornale di Brescia hanno organizzato lo scorso 20 ottobre a Brescia.

Una riflessione necessaria – alla quale ha partecipato anche l'economista Irene Tinagli, presidente della Commissione Affari Economici e Monetari del Parlamento Europeo – perché in un contesto come quello odierno, dove il credito si fa più difficile anche per l'aumento dei tassi, essere pronti sui temi della sostenibilità ambientale è indispensabile per continuare ad aver accesso al credito e per farlo con tassi vantaggiosi.

“Va detto che l’implementazione dei fattori Esg rappresenta sempre più una fonte di vantaggio competitivo”, aggiunge Sandra Martina Bassi, “non solo verso il sistema bancario, ma anche verso il mondo assicurativo. Un’impresa sostenibile avrà un vantaggio competitivo sul mercato se saprà anche dimostrare e comunicare di avere un attento monitoraggio dei rischi, in primis quelli causati dai cambiamenti climatici, che possono tradursi in fermi operativi , danni agli impianti e all’ambiente ma anche quelli sociali e di governace che potrebbero esporla a danni reputazionali e controversie legali.

Altro ambito in cui la sostenibilità offre maggiore competitività è legato alla possibilità di continuare ad accedere a contributi e agevolazioni: più di un terzo dei fondi del PNRR, per esempio, sono destinati a investimenti green.

Il problema è che la maggior parte delle aziende italiane non sono in linea con i criteri individuati dalla tassonomia europea”.

L'impegno di Cassa Padana, anche attraverso i numerosi incontri che sta organizzando sul territorio, è quello di aiutare le aziende ad arrivare preparate all'appuntamento con la storia. Perché la normativa sta cambiando velocemente. Perché la sostenibilità non è una moda.

Perché se i fattori ESG sono chiari alle grandi aziende, le piccole e medie fanno ancora fatica ad adeguarsi e non per fattori economici, piuttosto per ragioni organizzative, dalla difficoltà di reperire competenze all'interno dell'azienda, all'incapacità di comprendere fino in fondo la portata di questo cambiamento di rotta.

“Vogliamo invitare le aziende a ragionare su questi temi e a iniziare a conoscere il proprio posizionamento nella catena di fornitura”, conclude Bassi.

“Le aziende oggi devono chiedersi quali sia il proprio livello di integrazione della sostenibilità nella governance e nelle strategie di impresa e quale sia la qualità della rendicontazione, dai bilanci di sostenibilità alla comunicazione via web.

Noi di Cassa Padana faremo la nostra parte cercando di delineare insieme a ogni singola azienda un percorso in termini di tempo, risorse umane ed economiche.

L'obiettivo non è certo quello di aumentare la burocrazia, ma di creare un processo virtuoso che non sia solo un mero, anche se necessario, adempimento normativo. Perché sostenibilità e digitalizzazione sono cambiamenti epocali che se gestiti per tempo possono trasformarsi in grandi opportunità”.