18 agosto 2025
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In una botte di ferro: video e consigli per proteggersi dalle frodi e stare al sicuro

I tuoi soldi in banca sono al sicuro, molto più che sotto al materasso. Ma questo non significa che non bisogna fare attenzione a possibili truffe che, purtroppo, sono spesso in agguato. I suggerimenti delle associazioni dei consumatori, di Nexi e del Gruppo Cassa Centrale.

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Tempo di lettura: 6 minuti

I tuoi soldi in banca sono al sicuro, molto più che sotto al materasso. Infatti, i soldi che sono in banca sono molto più difficili da rubare dei contanti, perché per spendere i soldi del tuo conto corrente deve esserci sempre l’autorizzazione della banca.

Le banche hanno tanti sistemi di sicurezza per fare in modo che nessuno, a parte te, possa avere accesso al tuo conto e ai tuoi risparmi. 

Un gruppo di persone esperte lavora costantemente per aggiornare i sistemi di sicurezza e trovare metodi per consentirti di eseguire le operazioni, come acquisti online, controllare l'home banking e mandare un bonifico, in serenità e sicurezza.

Questo non significa che non bisogna fare attenzione a possibili truffe che, purtroppo, sono spesso in agguato.

Secondo la nuova indagine dell'associazione di consumatori Codici, le truffe bancarie colpiscono all’improvviso e sfruttano l’ansia e la preoccupazione delle vittime. Solitamente partono da un numero che sembra quello della propria banca, e questo non è un dettaglio.

La falsificazione dell’identità di chi chiama, l’impersonificazione dei canali (il numero di telefono o l’sms) della banca o dell’istituto di credito, irretisce la vittima e fa credere loro di ricevere una comunicazione, o addirittura un’allerta, dalla propria banca mentre la sta ricevendo da truffatori.

«Le segnalazioni da parte di risparmiatori vittime di truffe bancarie sono sempre più frequenti – spiega Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici –  I malviventi sono abili, sfruttano ogni falla e poi, giocando sull’ansia della vittima, mettono a segno i propri colpi.".  

Fra i casi segnalati da Codici, riportiamo quello di una risparmiatrice di Roma. La vittima viene contattata al telefono da un sedicente operatore del servizio antifrode della banca che paventa un attacco hacker sul conto corrente e avvisa di un’imminente chiamata della Polizia. Dopo pochi minuti, arriva la telefonata del falso ispettore della Polizia Postale. Tutte e due le chiamate arrivano da numeri telefonicamente riconducibili alla banca e alla Polizia Postale. La risparmiatrice si fida e fa due bonifici da 17 mila euro. Poi va alla Polizia in prima persona e si accorge di essere stata truffata.

Prestare attenzione dovrebbe essere un mantra, per tutti. Ma non sempre è facile come sembra.

Per queste ragioni, sia il nostro Gruppo Cassa Centrale che il gigante delle carte di credito, Nexi, stanno puntando molto sulla sensibilizzazione e l'informazione ai clienti.

Nexi lo fa con la serie di video podcast "Non cliccare qui", condotta da Massimiliano Dona e prodotto  in collaborazione con Will Media e la Polizia di Stato.

Il nostro Gruppo con alcuni interventi nella rubrica finanziaria A buon rendere, disponibile online e che ogni cliente e socio riceve via mail.

In un recente articolo gli esperti raccontano quali sono, ad oggi, le principali tecniche di frode e come, grazie alle misure di sicurezza della tua banca e a un pizzico di attenzione da parte tua, i tuoi risparmi possono essere al sicuro.

Andiamo con ordine.

Conoscere il piano malvagio

Il primo passo per proteggersi al meglio è sapere qual è il piano dei truffatori e come agiscono di solito; conoscere le loro mosse aiuta molto a riconoscerli più facilmente.

Una delle frodi più frequenti inizia con un messaggio sul tuo cellulare, che ti dice che c’è qualcosa che non va con il tuo conto, la tua carta o che sei stato truffato. Ti facciamo qualche esempio:

  • “È stato rilevato un addebito di €347,12. Per bloccarlo, clicca qui!”
  • “La preghiamo di aggiornare i suoi dati per evitare la sospensione del conto. Segua il link”.
  • “Il tuo pacco è fermo in dogana, per sbloccarlo clicca qui”.

Cliccando sul link che arriva con questo messaggio, si apre una pagina in cui ti viene chiesto di inserire le tue credenziali dell’home banking o i dati della tua carta.

È possibile anche che ti chiami una persona che finge di essere un dipendente della banca o del servizio di assistenza o di antifrode. È possibile che questa persona abbia già alcune informazioni su di te, ti chiami per nome e sappia dove hai il conto. Una volta conquistata la tua fiducia, ti chiede di installare un’app, di avvicinare la tua carta di pagamento al telefono e di comunicargli il PIN.

Se esegui tutte queste cose senza fermarti a riflettere, a questo punto il truffatore potrebbe avere tutto ciò che gli serve per sottrarre denaro dal tuo conto ed è qui che NON vogliamo arrivare (e dopo questo articolo, avrai tutti gli strumenti per difenderti).


Come riconoscere una frode in poche semplici mosse

Sappiamo che purtroppo non c’è un solo piano e un solo copione e, proprio perché i sistemi di sicurezza vengono costantemente aggiornati, i truffatori cercano di ingegnarsi e trovare modi sempre nuovi per i loro piani. Per questo ti proponiamo una lista di cose che la tua banca non ti chiederà mai di fare, così se ti capita una di queste richieste ti si accenderà un segnale di allarme e saprai come starne alla larga. Puoi consultare questo elenco ogni volta che hai un dubbio.

Cose che la tua banca NON farà MAI

  • Contattarti per chiederti di scaricare un’app. Le app che possono servirti sono tutte segnalate sul sito della banca e sono quelle ufficiali. Se ti viene chiesto, via messaggio o al telefono, di scaricare un’altra app, puoi chiudere tranquillamente la telefonata, perché sai che non è la tua banca a chiedertelo.

  • Chiederti di avvicinare la tua carta al telefono. La tua banca non ti chiederà mai di avvicinare al telefono la tua carta per nessun motivo; quindi, è facile capire anche in questo caso che non devi fidarti.

  • Mandarti dei messaggi allarmanti e metterti fretta, urgenza, panico. Quando qualcuno ci fa temere di essere in pericolo o ci mette pressione, fretta, urgenza o anche semplicemente ci mette confusione, reagiamo d’impulso, senza riflettere. Questo meccanismo è umano, è utile se siamo in una giungla e c’è un pericolo, ma la tua banca non lo userà per comunicare con te! Se ricevi un messaggio che ha chiaramente l’intento di metterti ansia, fretta o confusione, respira e ricordati che non sei nella giungla e quella non è la tua banca.

  • Chiederti credenziali o dati personali, soprattutto il PIN! Un altro modo facile per stanare i truffatori è se ti chiedono al telefono dei dati come le credenziali del tuo home banking, il numero della tua carta e soprattutto il PIN, quella combinazione di cinque numeretti che ti servono per pagare tramite POS o per prelevare e che devono essere al sicuro nella tua memoria. Non c’è nessun motivo per cui la banca ti debba chiedere il PIN, nessuno. Quindi, anche in questo caso, è facile riconoscere che non è la tua banca. A volte i truffatori non fingono di essere operatori della tua banca ma forze dell’ordine, anche in quel caso, non comunicare il PIN a nessuno, così non puoi sbagliare. 

Cosa fare se hai un sospetto?

Se ti si accende una lampadina per una richiesta un po’ strana o un messaggio allarmante, ecco cosa fare!

La prima cosa è non allarmarsi, non c’è motivo. Ricorda che non sei nella giungla in fuga da un animale feroce e il tuo cervello funziona meglio nella tranquillità e nella calma. Se non fai nulla non c’è nessun pericolo che qualcuno possa accedere al tuo conto.

Una cosa fondamentale da fare, se hai anche solo un dubbio sull’autenticità di una comunicazione ricevuta, è questa: non rispondere, non cliccare e soprattutto non fornire dati riservati e personali.

Cerca tu il numero della tua filiale – quello ufficiale, che trovi sul sito della banca o che hai salvato – e chiamali direttamente: avrai così la certezza di parlare con la tua banca. E' possibile che i truffatori siano stati talmente bravi da camuffare il proprio numero con quello della banca, ma se sei tu a chiamare non corri nessun rischio di parlare con la persona sbagliata. Parlare con chi ti conosce, con le persone della tua filiale di fiducia, è sempre la scelta più sicura.

Sono loro che possono aiutarti, chiarire ogni dubbio e confermare se si tratti, o meno, di una comunicazione autentica. Se la filiale è vicina, puoi passare di persona: racconta cosa è successo e poni le domande che ti servono.

La sicurezza passa anche da qui: dal rapporto diretto con chi ti conosce, ti ascolta e ti tutela ogni giorno.

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